lunedì 20 novembre 2006

Ciò che credo

Non è vero che d’amore non si muore. Si muore eccome, basta vedere attorno a sé, quante anime calpestate da un sentimento rivelatosi poi falso o a senso unico, perdano l’essenza della vita. Anni fa mi è capitato di vedere un film con la Neri e Giannini che mi ha dato modo di pensare. Non ho valutato se fosse stato un bel film o meno, ma so che mi ha dato la consapevolezza che c’è un lato dell’amore che preferiamo ignorare, ma che esiste, perché non ci conviene sapere che uno strappo, una lacerazione del cuore ti può ridurre in fin di vita, forse non nel senso fisico del termine, ma in quello umano. Ho sempre invidiato quelle persone che riescono a non dare troppo di sé in un rapporto per evitare di spezzarsi. Non ho mai capito che misura adottassero per non andare oltre un certo punto. Come diavolo fai a misurare la quantità da dare? A volte penso che bisognerebbe avere la capacità di trovare e provare la quantità esatta, ad esempio come si fa con i campioncini gratuiti di creme e cosmetici. Provi, vedi se va bene per la tua pelle, poi ti informi se il prezzo da pagare per l’intera confezione è troppo alto e in tal caso indietreggi. Ma ragione e logica non s’inseriscono molto bene in un contesto amoroso, credo. Un cuore spezzato, non ce la fa a capire. Hai voglia a sentire tutte le frasi fatte o i luoghi comuni che amici e parenti dicono per alleviarti la sofferenza. “Bisogna farsene una ragione”: come fai entrare la ragione in un sentimento che arriva dal cuore? La ragione che c’azzecca con l’amore? “ Il tempo guarisce tutte le ferite”: obietto anche in questo caso. Quali ferite guarisce? Il dolore provato, la speranza delusa, l’annichilimento, non te li scordi. “Tutto nella vita serve da esperienza”: ma non è che uno può farsi esperienze di una certa portata solo per fare esperienza. Esperienza di che? Cosa impari da una esperienza del genere? Che forse è meglio non fare di queste esperienze? Ma per favore! Se tu sei sicuro, perché lo senti nel cuore, che la persona a cui hai donato l’accesso incondizionato ai tuoi sentimenti è quella che cercavi, come fai a fartene una ragione, o ad avere la freddezza di comprendere che comunque è stata un’esperienza che ti ha arricchito? Di che ti arricchisce? Io credo che quando una storia, una persona, te li scordi, perché il tempo fa il suo lavoro, credo che quello non sia stato vero amore, ma un qualcos’altro che è sembrato tale e che per questo finisce. Se una cosa c’è o c’è stata, continua ad esserci. E l’amore esiste? Intendo quello vero. Viene decantato nei libri, nei film, nelle parole e nella vita. C’è, o come dice Verdone è eterno finchè dura? Io ho la prova che c’è, ma credo che certe persone non dovrebbero avere la possibilità di incontrarne altre. Non dovrebbero averne la possibilità perché inevitabilmente uno amerà sul serio e l’altro no. Se Fabio Volo scrive che la metà che cerchiamo di cui parla Platone, è una parte di noi stessi e non un altro individuo, voglio dissentire. Noi cerchiamo veramente un’altra persona, perché ci completa, perché ci capisce, perché ci fa piangere, e perché ci fa ridere. Se l’altra metà siamo noi, che bisogno ci sarebbe di stare con qualcuno mettendoci il cuore? Che piacere ne gioveremmo a guarire dalla solitudine o alleviare i problemi e le dissonanze di un altro? Potremmo limitarci solo a fare del sesso e tutto finisce lì, se l’altra metà che ci completa siamo noi. L’amore vero non finisce, finisce altro, non quello vero. Esiste invece, come ne scrive anche Paulo Coelho, lo Zahir, che assorbe i tuoi interi pensieri. Un amore che interrotto dall’esigenza dello spirito di fare altro, inevitabilmente ritorna, lo ritrovi, perché quello è il tuo amore. Passeranno giorni, mesi e forse anche anni, ma ritorna. Se tu hai dato amore, se lo hai riconosciuto fra tanti come tale, quella persona, è legata a te, se anche per questo è scattato il sentimento. Ci stordiamo con chiacchiere melense, con ricordi atroci quando basterebbe ascoltare anziché sentire. Di che abbiamo paura? Di scoprire che bisogna solo lasciarsi andare a qualcosa di sconosciuto e di cui non hai il controllo? La paura ti assale perché ne riconosci la forza e forse non hai gli attributi per saperlo affrontare e vivere. Allora la mente ti gioca un brutto scherzo, perché allontani metà mela e ti convinci che vuoi una persona meno consistente ma con cui sai di non correre troppi rischi. Ci fortifichiamo e per farlo ci prendiamo gioco dei sentimenti di un altro. E’ probabile che anagrammando la parola mela la versione a lei più vicina sia male? E ritorno alla frase che apre questo post, si muore, perché quando riconosci la tua metà ma ti viene impedito di unirti a lei, ti senti morire, perché non la ritroverai più se non nei tuoi sogni. E allora come vivi? Come lo dai un senso alla vita? Non riesci a farcela, non senti le forze per tornare in superficie e affoghi. E tu che rifiuti e neghi non sai che metà mela ti ha creduto, ha avuto fiducia, ha guardato nei tuoi occhi e ha visto, perché come dice Shakespeare: to hear with eyes belongs to love’s fine wit (udire con gli occhi è finezza d’amore).


Film: PER SEMPRE
Libri: UN POSTO NEL MONDO (F.Volo), LO ZAHIR (P.Coelho)
Musica: FEEL AGAIN (Glenn Lewis), SOLO LEI MI DA’ (Sugarfree)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi auguro che non sia un blog rivolto a sole donne. Questo post mi ha fatto male, perché mi ha fatto ritornare a galla il dolore provato quando la mia ex mi ha lasciato senza neanche un perché. Ho cercato di capire, di farmi spiegare, ma lei diceva di non avere spiegazioni ed io dopo sei mesi continuo a cercare risposte. E’ vero che ti porti dietro il ricordo di qualcosa che fa male, e che non vedi più come prima certe cose, e pensi che non dovevi incontrarla, che non avresti dovuto dare tanto. Ma qualcuno sa dirmi come si quantificano i sentimenti? Io ci penso ancora, io provo ancora qualcosa, ma a che serve? Non serve a nulla innamorarsi se questo è il risultato. Bibi, come hai centrato il discorso?

Anonimo ha detto...

Trovo strano che i commenti siano stati fati di più per argomenti frivoli come shopping e quell'attore espressivo come un minestrone e non sull'amore che fa male. ma siete diventati tutti così cinici?

Anonimo ha detto...

Bbi se sei come scrivi e pensi vorrei conoscerti.Le parole che usi sono molto belle.